LEGISLAZIONE

Regole generali concernenti l’aumento dei prezzi (stipendi)

zasady podnoszenia wynagrodzen

L’inflazione dei prezzi al consumo era del 9,2% annualizzato a gennaio 2022, secondo i dati preliminari forniti dall’Ufficio Centrale di Statistica (GUS). Rispetto al mese precedente, a gennaio i prezzi dei beni di consumo e dei servizi sono aumentati dell’1,9%.

In questo contesto, vale la pena di ricordare alcune regole di base relative alla possibilità di modificare il prezzo e altre clausole contrattuali che derivano dal diritto civile polacco.
In conformità con il principio del nominalismo (art. 3581 par. 1 del c. c. polacco):
„Se oggetto dell’obbligazione dal momento del suo insorgere è una somma di denaro, l’adempimento dell’onere avviene mediante il pagamento dell’importo nominale, a meno che specifiche disposizioni di legge non prevedano diversamente”.

Tuttavia, le Parti possono stabilire nel contratto che la prestazione in denaro sarà fissata secondo un misuratore di valore diverso dal denaro (ad esempio in relazione a una valuta estera).
Nei contratti – specie in quelli fra imprese – vengono utilizzate le cosiddette „clausole d’indicizzazione” , che prevedono l’aumento del prezzo in base al tasso d’inflazione reso noto dall’Ufficio Centrale di Statistica o a livello europeo.

Nell’art. 358¹ par. 3 del c. c. è si contempla la possibilità che sia il tribunale ad aumentare il prezzo (valorizzazione giudiziaria):
„In caso di variazione significativa del potere generale dell’acquisto della moneta intervenuta dopo l’insorgere dell’obbligazione, il giudice può, tenuto conto dell’interesse delle parti, secondo le norme di convivenza sociale, variare l’importo o le modalità di adempimento dell’obbligo in denaro, anche se stabilito da decisione del tribunale o contratto”.
Sfortunatamente, la parte che gestisce l’impresa non può presentare una richiesta di modifica dell’importo o del metodo di adempimento della prestazione in denaro, se la prestazione in denaro è correlata alla gestione dell’impresa.

Agli imprenditori non resta che avvalersi di una disposizione di legge di carattere generale, la cosiddetta rebus sic stantibus (art. 357¹ c.c.), che consente di ricorrere al tribunale per modificare il contratto anche tra imprenditori:
„Se, a causa di un radicale mutamento dei rapporti esistenti, l’adempimento dell’obbligazione dovesse comportare difficoltà eccessive o esporre una delle parti al rischio di grave danno, cosa che le Parti non avevano previsto al momento della stipula del contratto, il giudice può, dopo aver considerato gli interessi delle Parti, ed in sintonia con i principi della convivenza sociale, fissare le modalità di esecuzione dell’obbligazione, l’importo della prestazione in denaro e persino decretare la risoluzione del contratto. In sede di risoluzione del contratto, il giudice può, se del caso, pronunciarsi sugli accordi fra le Parti, secondo i principi di cui alla frase precedente.
Inoltre, per quanto riguarda la remunerazione forfettaria in specifici contratti di lavoro o contratti per lavori edili (Sentenza della Corte di Cassazione del 15 giugno 2007, V CSK 63/07, OSNC 2008/10/116) è possibile invocare l’art. 632 del c.c. e, in base ad esso, chiedere al tribunale una maggiorazione del compenso:
„Se le parti hanno concordato un compenso forfettario, la parte che accetta l’ordine non può chiedere un aumento dello stesso, anche se l’entità o il costo dell’opera non potevano essere previsti al momento della stipula del contratto. Se, invece, a seguito di un mutamento di rapporti non prevedibile, l’esecuzione dell’opera dovesse esporre il prestatore d’opera al rischio di grave perdita, il giudice può aumentare l’importo forfettario o risolvere il contratto”.

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