La maggior parte di noi sarà d’accordo senza esitazione sul fatto che un dipendente soddisfatto significa molti vantaggi per l’azienda. Purtroppo, il livello di soddisfazione di molti occupati è ancora relativamente basso, anche nel caso di una retribuzione soddisfacente. Che cosa può fare il datore di lavoro in una situazione del genere? Vale la pena decidere di attuare un programma di wellbeing?
Che cos’è il wellbeing?
Il wellbeing o benessere consiste nel gestire ininterrottamente il livello di soddisfazione dei dipendenti. In altre parole, il datore di lavoro – per ottenere per sé i migliori risultati in termini di efficienza lavorativa – deve far in modo che il lavoratore sia rilassato e soddisfatto.
Purtroppo, sebbene la stragrande maggioranza delle aziende dichiari che il wellbeing è molto importante, solo una piccola percentuale di imprenditori si decide ad intraprendere qualsiasi misura in questa direzione. Eppure, come dimostra l’esperienza di chi ha introdotto programmi di wellbeing, si può notare un forte aumento della soddisfazione dei dipendenti, e quindi anche una maggiore concentrazione da parte del dipendente sullo svolgimento delle proprie mansioni.
Nell’ambito del benessere si possono intraprendere vari tipi di attività. Alcuni datori di lavoro decidono di introdurre sessioni giornaliere di trening della durata di un paio di minuti, altri massaggi regolari per i dipendenti. Una soluzione consigliata da alcuni datori di lavoro sono anche i seminari webinar che trattano vari argomenti di carattere esistenziale o trening di meditazione mindfulness.
Vale la pena attuare un programma di benessere?
Recentemente il wellbeing si afferma sempre di più, il che dimostra quanto tale tematica sia ormai adeguatamente compresa da parte dei rappresentanti dei quadri manageriali. I programmi di wellbeing si traducono direttamente nel livello di soddisfazione dei dipendenti e quindi influiscono sulla loro efficienza lavorativa.
Vantaggi per i lavoratori e per l’azienda
Grazie ai programmi di wellbeing si possono ottenere molti vantaggi da entrambe le controparti del rapporto di lavoro. Da un lato abbiamo un dipendente il cui stato di benessere è buono, e pertanto svolge i compiti a lui affidati in modo accurato, efficiente e senza stressarsi. Questo è un netto vantaggio per la persona occupata che si sente sicura sul lavoro e va più volentieri a lavorare. Di conseguenza, non cerca qualsiasi occasione che gli consenta di sfruttare i giorno liberi, il che, a sua volta, è un enorme vantaggio per il datore di lavoro.
L’attuazzione di programmi di wellbeing significa che, sebbene il dipendente dedichi in realtà meno tempo allo svolgimento delle proprie mansioni (sessioni di webinar, yoga o altri tipi di attività fisica dovrebbero svolgersi durante l’orario di lavoro contrattuale), allo stesso tempo egli implementa decisamente la propria efficienza. Vale la pena di aggiungere che un alto livello di soddisfazione dei dipendenti porta con sé un altro vantaggio per il datore di lavoro: quando il lavoratore si trova bene nell’azienda, non vuole cambiare lavoro, anche se un’altra azienda cerca di offrirgli condizioni saliarali migliori. Oggigiorno, sempre più persone sottolineano che nel lavoro il guadagno e il modo in cui veniamo trattati dal datore di lavoro sono ugualmente importanti.
Riassumendo, i programmi di benessere presentano molti vantaggi sia per il lavoratore che per il datore di lavoro. Si tratta di una nuova soluzione che dovrebbe essere considerata quando si pensa alla soddisfazione dei dipendenti e alla massimizzazione degli effetti. Tuttavia, bisogna tenere presente che l’introduzione del programma wellbeing costituisce qualcosa del tutto nuovo per l’azienda, che dovrebbe essere pianificato nei dettagli, al fine di ottenere i risultati desiderati.