FISCALITÀ

Conseguenze fiscali del mancato pagamento del dividendo entro la scadenza

Si avvicina il consueto periodo di pagamento dei dividendi nelle società di capitale. Le prescrizioni in materia non fissano date precise. Queste vengono decise dagli azionisti e dagli organi societari.

Occorre sempre ricordare di rispettare le scadenze. Il mancato rispetto di queste date comporta  spiacevoli e onerose conseguenze fiscali.

 

È importante la puntualità

 

Il dividendo è in altra maniera la partecipazione all’utile. Questo termine viene utilizzato in riferimento alla partecipazione del socio/azionista all’utile della società a responsabilità limitata e della società per azioni oppure della  società in accomandita – per azioni. In linea di principio, la distribuzione dell’utile viene effettuata alla fine dell’esercizio, sulla base di delibere approvate dall’Assemblea dei Soci o degli Azionisti. Il dividendo deve essere pagato entro la scadenza decisa nella delibera assembleare dell’assemblea dei soci della Società di capitali. Nel caso in cui la delibera dell’assemblea dei soci non determini la data di pagamento del dividendo, il termine viene indicato dal Consiglio di Amministrazione nelle società a responsabilità limitata o dal Collegio sindacale nelle società per azioni.

  

Conseguenze per i ritardatari

 

La Società non ha l’obbligo di pagare l’importo del dividendo ai soci prima della data prevista.  Il fatto di fissare la data di pagamento del dividendo in una scadenza successiva alla data della delibera e con ciò trattenendo l’utile dalla società fino al giorno del pagamento, non genera ricavo a titolo di prestazione gratuita dei servizi e non causa rivendicazioni dei soci (sentenza della C. Suprema Amministrativa del 21.01.2011,  II FSK 1583/09).

Invece il pagamento del dividendo dopo la data di pagamento prevista, genera per la società che paga delle ricadute fiscali negative. E non ha importanza il motivo di questo ritardo come anche la fonte –propria o prestata- dei mezzi utilizzati per i pagamento.

Il fatto che la società disponga del  dividendo non pagato genera alla stessa un ricavo fiscale sotto forma di equivalente di interessi. Questi sono considerati come servizi gratuiti dell’importo equivalente a un prestito che la società avrebbe chiesto sul mercato per far fronte ai pagamenti del dividendo.*

Ai sensi dell’art 481 § 1 del Codice civile, le società che non pagano i dividendi sono tenute a pagare ai soci gli interessi di mora per il periodo di ritardo. E indipendentemente dal fatto che vengano o meno pagati i dividendi- ai fini fiscali producono lo stesso effetto, ovvero un reddito.

Se la società per far fronte al pagamento del dividendo dovesse prendere un prestito, i costi di acquisizione di questo finanziamento  (commissioni bancarie, interessi, imposta PCC, interessi sul prestito concesso, ecc.) non costituiscono costo deducibile ai fini fiscali. Tale posizione viene confermata da numerose sentenze dei tribunali amministrativi e fiscali.  

 

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