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Sistema di scambio europeo delle quote di emissione (EU ETS)

Il sistema di scambio di quote di emmisione dell’UE (EU ETS) obbliga oltre 10 mila centrali termoelettriche e fabbriche nell’Unione Europea a richiedere un permesso per ogni tonnellata di anidride carbonica emessa nell’atmosfera. L’obiettivo principale dell’ETS è quello di ridurre le emissioni di CO2 che derivano dall’industria. L’ETS è stato istituitonel 2005. L’UE sta ora lavorando per adattare il sistema agli attuali obiettivi climatici.

Gli obiettivi climatici dell’Unione Europea

I piani climatici dell’UE presuppongono una significativa riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030 e il raggiungimento di emissioni nette pari a zero entro il 2050. Si  tratta di obiettivi ambiziosi, soprattutto considerando che l’UE è il terzo emittente più grande di CO2 del mondo. Uno degli strumenti che verranno utilizzati per raggiungere gli obiettivi prefissati è l’ETS.

Come funziona l’ETS?

Nell’ambito dell’ETS, l’UE fissa un tetto massimo alle quote di emissioni annuali complessive. Esse vengono quindi assegnate o vendute alle imprese. La quota limite assegnata o venduta viene gradualmente abbassata in modo che la quantità totale di emissioni diminuisca nel tempo.

Nell’ambito dell’ETS, le imprese regolamentate acquistano o ricevono permessi di emissione di CO₂. Se le emissioni di CO2 di un’azienda superano le sue quote gratuite, essa può utilizzare i crediti che ha acquistato oppure scambiarli con altri partecipanti le cui emissioni sono inferiori ai limiti assegnati. La società può anche scegliere di conservare quote in eccedenza da utilizzare negli anni successivi.

Le quote gratuite sono assegnate in particolare alle aziende appartenenti a settori e aree in cui esiste il rischio che le aziende spostino la produzione in altre regioni con normative sulle emissioni meno restrittive.

Modifiche all’ETS

L’Unione Europea sta lavorando alla revisione del sistema di scambio di quote di emissioni per allinearlo con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra del pacchetto Green Deal. La Commissione Europea propone che entro il 2030 le emissioni di gas serra possano essere ridotte del 61% rispetto ai livelli del 2005.

Le modifiche proposte comprendono l’abbassamento del limite massimo delle quote di emissione annuali. Sono inoltre previste modifiche alle attuali norme sull’assegnazione gratuita, una riserva di stabilizzazione e meccanismi di stabilità del mercato. La riforma dell’ETS prevede anche la creazione di un sistema separato di scambio di emissioni per gli edifici e il trasporto su gomma.

La crisi energetica influenzerà la riforma dell’ETS?

I negoziati relativi alle modifiche al sistema di scambio di quote di emissione dell’UE sono in corso da oltre un anno. La data stimata di completamento dei lavori sul progetto di modifiche è stata fissata per l’inizio del 2023.

L’idea di includere i settori successivi al sistema europeo di scambio di quote di emissione (ETS) è controversa. Molti paesi dubitano che l’ETS sia la migliore linea d’azione per ridurre le emissioni in queste aree. Negli ultimi tempi la discussione si è fatta più vivace per via della crisi energetica e dell’aumento dei costi energetici che gli Stati membri dell’UE stanno attualmente affrontando.

Tuttavia, il Parlamento Europeo ha proposto di includere in questo sistema soltanto gli edifici e il trasporto commerciale. La questione dell’inclusione dei singoli edifici nell’ETS dovrebbe essere collegata a una nuova valutazione dell’impatto da parte della Commissione Europea. Se gli studi dovessero dimostrare che anche questo settore dovrebbe essere incluso nel sistema, la Commissione dovrà effettuare una nuova valutazione dell’impatto sull’ambiente. Ciò ritarderebbe qualsiasi ulteriore regolamentazione di almeno alcuni anni.

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