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[MULTI – CULTI]: Chronos negli affari

“Perché ancora non abbiamo la risposta alla nostra e.mail? Il tempo stringe e loro sono di nuovo in ritardo!”. Oppure – “ Ma che modo inquadrato di pensare? Ma perché loro non riescono a capire che la situazione è cambiata e dobbiamo creare una nuova bozza di progetto?” Queste ed altre domande al quanto frustranti possono sorgere in un team internazionale che lavora ad un progetto comune. Aggiungiamo- un team i cui membri provengono da due culture diverse – policronica e monocronica.

Nei progetti realizzati in un contesto internazionale per raggiungere l’obiettivo risulta di fondamentale importanza il fatto di comprendere bene il partner straniero. Senza questo non potremo firmare un contratto che sia reciprocamente soddisfacente, e il lavoro di squadra sarà per tutti una vera tortura, piuttosto che un’esperienza edificante. Ci sono molti modelli di analisi delle culture, basati su diverse variabili, ad esempio sulla distanza che si ha nei confronti del potere, sulla competitività o il rapporto che si ha verso il rischio. In questo articolo ci occuperemo dell’approccio nei confronti del tempo e dei cronoprogrammi, ovvero per alcune culture della c.d. flessibilità nel mondo degli affari, e per altri un segno di rispetto e approccio serio al progetto. In questo contesto distingueremo la divisione in cultura monocronica e policronica.

Il tempo è denaro
Per la cultura monocronica è caratteristica la puntualità, il rispetto delle scadenze, il concentrarsi su un compito per volta da eseguire in un determinato momento. La base per ogni azione è un buon piano in base al principio che “non pianificando pianifichi di fallire”. Gli esempi modello della cultura monocronica sono i paesi nordici, germanici, il Giappone, il Canada, gli Stati Uniti del Nord America.

Nella cultura monocronica molto spesso usiamo l’espressione “il tempo è denaro”. Agli incontri occorre arrivare puntualmente o con un leggero anticipo, come di consueto si usa ad es. in Svezia o in Svizzera. Questo ci lascia lo spazio per condurre un small talk, pur non sottraendo il tempo riservato alla parte sostanziale dell’incontro. Una delle conseguenze molto importanti di un tale rapporto col tempo può essere la duplice percezione dell’arrivo in ritardo alla riunione o l’incapacità di gestire la deadline. Per una persona della cultura monocronica la gestione del tempo in modo troppo flessibile è sintomo di mancanza di rispetto nei propri confronti e del suo relativo tempo. Dall’altro canto la persona di cultura policronica può percepire che la controparte sia ossessionata dalla pianificazione. – spiega Monika Chutnik, trainer interculturale e amministratore delegato della Etta Global Consulting.

Capacità di adattamento e apertura al cambiamento
Sul lato opposto dell’asse ci troviamo le culture policroniche. Qui le nostre azioni le adattiamo alla situazione che troviamo, quindi, spesso cambiamo i piani. La deadline ci serve da indizio per la gestione del tempo, e non necessariamente come data limite per la spedizione del prodotto finale. Vi è anche una sorta di multitasking, ovvero eseguendo contemporaneamente una serie di questioni e argomenti. Il tempo ovviamente è sempre importante, ma non ha importanza prioritaria. Al vertice della piramide ci sono persone, i loro bisogni, le loro relazioni. L’approccio flessibile alla programmazione e alle priorità è sintomo di giocatore di business esperto e raffinato. Nelle culture del bacino del Mediterraneo, come in Italia, prevale la preferenza policronica. Per la parte monocronica questo può significare solo una cosa – il caos!

Come sono i Polacchi?
La Polonia è un esempio di paese di cultura monocronica moderata.
Ci piace progettare, basare le proprie azioni sui sistemi già esistenti, tuttavia, troviamo lo spazio per la creatività, per modificare il programma, dovuto da un improvviso mutamento della situazione. – Cerchiamo di rispettare le scadenze, e la cosiddetta deadline è per noi il giorno della spedizione effettiva dei materiali. È interessante notare che, per una cultura più monocronica ad es. tedesca, i Polacchi vengono spesso giudicati come gente caotica. Ad esempio – il già citato invio del progetto il giorno della deadline, viene giudicato come chiusura dell’impegno all’ultimo momento possibile. Nella lingua tedesca questo ha un nome suo cioè “Polnische Wirtschaft” che si riferisce all’economia polacca, ovvero, dove tutto viene fatto in modo caotico. Il punto di vista, quindi, dipende dalla posizione sull’asse della monocronia o policronia – aggiunge Monika Chutnik di Etta Global Consulting.

Il lavoro in ambiente internazionale avrà sempre molte differenze culturali nell’approccio alle questioni di base come lo stile del negoziato, le scadenze, la puntualità, la reazione a situazioni di crisi. La consapevolezza di queste differenze ci permetterà di evitare potenziali incomprensioni, convertendo le eventuali divergenze in reciproci vantaggi. Occorre ricordare che nessuna posizione sulla scala del mono – policronismo è privilegiata, o migliore o peggiore. Si tratta semplicemente di diversi modi di organizzarsi la vita. Se la conclusione del progetto significa per i rappresentanti delle due culture, un temporaneo vivere insieme, conviene scegliere il compromesso e tener conto del contesto culturale del partner in affari.
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Monika Chutnik – consulente interculturale e trainer di leadership, direttore ETTA Global Consulting. Progetta e realizza soluzioni in materia di leadership, di cultura e sviluppo dell’organizzazione. Gestisce corsi e conduce attività di consulente.

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