Si possono incontrare difficoltà nel promuovere la cultura del Bel Paese in tutto il mondo? Alla fine l’Italia è un paese solare con gente amante della bellezza sotto forma di design, moda, cucina raffinata e belle arti. I suoi abitanti, a loro volta, sono considerati come popolo affettuoso, allegro, con una lingua melodiosa e fra le più studiate al mondo, subito dietro all’inglese, spagnolo e cinese. Anche i Polacchi non fanno eccezione e accettano volentieri la moda per l’italianità. Gli italiani sono la seconda nazione, dopo la Repubblica Ceca, che più apprezzano in assoluto. Certamente in molte questioni pensando all’Italia ci basiamo su stereotipi e luoghi comuni nel pensarla. Senza dubbio, però, la voglia di imparare l’italiano è il motivo che suscita curiosità e permette di raggiungere le vere radici della cultura.
Parliamo della moda per l’italianità e dell’apprendimento delle lingue straniere con Gianluca Olcese, presidente dell’Associazione Dante Alighieri a Wroclaw.
Nuove ricerche dicono che gli Europei considerano l’italiano come la lingua più romantica al mondo e non il francese – è una novità! Lei pensa che questo argomento possa essere una seria motivazione in più per impararla?
L’italiano è una lingua con marcate caratteristiche ritmiche e musicali, date dalla ricchezza vocalica, dalla varietà della posizione degli accenti nelle parole, dal l’uso di consonanti doppie e anche dall’elisione, infine l’assenza di aspirate, sono caratteristiche che hanno favorito l’italiano come lingua dell’opera, il cui periodo d’oro coincide con il Romanticismo. Il legame affettivo è una motivazione importante per il piacere di ogni attività, se questo valga anche per l’italiano: penso di sì, ma bisognerebbe chiederlo anche ai nostri apprendenti.
Quali sono i motivi per cui i Polacchi imparano la lingua Italiana?
I motivi principali sono dati dai legami storici tra i due paesi Italia e Polonia, che stimolano la curiosità di conoscere meglio la nostra penisola, quindi lo studio della tradizione, specialmente quella alimentare e artistica, inoltre oggi sta aumentando il numero di chi impara l’italiano per lavoro e, in molti casi, per i legami sentimentali e familiari.
Quale difficoltà trovano le persone dalla Polonia ad imparare l’Italiano?
Le difficoltà sono facilmente superate dalla passione e per raggiungere un livello intermedio gli apprendenti polacchi non trovano particolari problemi se non, come per tutte le lingue europee, nell’uso corretto delle preposizioni. A un livello avanzato la struttura verbale, con tre coniugazioni, 7 modi con 21 tempi, per un totale di 63 forme temporali diverse, che in polacco si gestiscono diversamente, così come alcune strutture particolari delle frasi per esprimere concetti per i quali in polacco si ricorre al sistema dei casi.
Cosa succede con gli Italiani che vogliono imparare la lingua polacca, che è considerata come una delle più difficili al mondo!- Se Lei potesse raccontare delle sue esperienze in insegnamento agli Italiani, che sono famosi nel mondo per la difficoltà ad imparare lingue straniere.
Si tratta di uno stereotipo, anzi di due. Oggi si fa confusione tra sapere le lingue e sapere l’inglese. In Italia, come in tutta l’UE, l’inglese è parte del programma della scuola dell’obbligo e si parla così come in tutti gli altri stati: il fatto di praticarlo favorisce i parlanti del Nord Europa, per via delle comuni radici germaniche (oltre all’inglese, in Europa, germaniche sono quelle lingue parlate dalle Alpi fino alle Fiandre e alle regioni del Mare del Nord). Circa la metà degli italiani parla a livello di lingua madre almeno un dialetto, che, per i linguisti, ha tutte le caratteristiche di una lingua. Infine si tenga presente che l’Italia, a differenza del resto d’Europa, è un paese che ospita ed ha preservato un mosaico di minoranze linguistiche storiche riconosciute a livello nazionale e di minoranze linguistiche delle diverse popolazioni presenti sul nostro territorio da secoli oltre a una situazione di bilinguismo portata dai nuovi italiani, che sono sempre più numerosi.
Dati alla mano, le varie statistiche sulla conoscenza delle lingue presentano risultati non uniformi: ad es. i rispettivi istituti di statistica in Italia (ISTAT) e in Polonia (GUS) indicano che i parlanti inglese sono in Italia circa il 43,7% (rapporto 2014) e in Polonia il 37% (rapporto 2015) della popolazione, statistiche che secondo Eurobarometer stilato dalla UE nel 2014 indicano circa il 34% di parlanti inglese in Italia e il 33% in Polonia.
Il secondo mito da sfatare è quello della difficoltà del polacco: la difficoltà nell’apprendimento di una lingua va messa in relazione alla lingua madre del parlante e non vi sono studi o statistiche che forniscano spiegazioni diverse. Per un italiano può essere difficile il polacco, come per un polacco può esserlo ad es. l’ungherese, ma entrambi avranno la stessa difficoltà a imparare lo swahili, che è pur parlato da circa 90 milioni di persone. Per esprimere un concetto ogni lingua possiede le strutture per elaborarlo e per trasmettere le sfumature del proprio pensiero, di conseguenza si dev’essere formata una ricchezza semantica adeguata e delle irregolarità che ne spezzino la monotonia. La difficoltà nell’apprendimento è legata alla preparazione metodologica degli insegnanti e agli strumenti della didattica disponibili: la Polonia, da paese di emigrazione, solo in tempi più recenti, sta diventando un paese di immigrazione, rendendo necessaria la preparazione di docenti con una profonda competenza metodologica e la creazione e la diffusione di strumenti didattici, ma credo che in breve tempo queste carenze saranno colmate.
Quale è lo scopo della Società Dante Alighieri; dove prende i finanziamenti per lavorare e quali mezzi usa per raggiungere le persone nel mondo di oggi?
Scopo della Società Dante Alighieri è quello di promuovere e sviluppare la tradizione italiana nel mondo e favorire l’integrazione. La nostra Società è una ONLUS. I quasi 500 comitati gli ancora più numerosi centri di certificazione PLIDA non ricevono sovvenzioni pubbliche. Le nostre iniziative sono autofinanziate, attraverso la quota annuale di tesseramento dei soci e dalle attività a pagamento quali i corsi di lingua e di cultura, gli esami PLIDA e infine, come tutte le istituzioni culturali, attraverso i diversi progetti per la ricerca e la promozione per cui decideremo di fare richiesta.
Per cosa vorrebbe invitarci nei prossimi tempi a Wroclaw?
Certamente per la buona cucina tradizionale e per la ricchezza culturale della città e della sua regione, evidenziata nell’architettura e nell’arte (slava, tedesca, boema, ma anche italiana e francese).
Gianluca Olcese – Dal 2013, presidente del comitato di Wroclaw della Società Dante Alighieri. Laureato in Lettere all’Università degli Studi di Genova nel 2007, con una tesi sugli Aspetti antropologico-comparativi del carnevale, focalizzata su una tradizione delle Alpi Occidentali: la Baìo, che si ripete a Sampeyre (in provincia di Cuneo) ogni cinque anni, nell’area di minoranza linguistica definita Occitana o anche Provenzale. Dal 2008 docente presso l’Università di Wroclaw, e dal 2008 al 2011 all’Università Mickiewicz di Poznan. Studente di dottorato in Filologia dal 2009, in cotutela presso la Scuola di Culture Classiche e Moderne dell’Università di Genova e il Dipartimento di Studi Classici, Mediterranei e Orientali dell’Università di Wroclaw; tema delle ricerche è il culto di San Giovanni Battista tra Italia e Polonia. Vincitore nel 2011 del concorso “Interstudent” 2a edizione, come miglior studente straniero in Polonia, nella categoria studi di dottorato.