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Il PIL polacco nel 2016 – previsioni degli istituti finanziari

Il Fondo Monetario Internazionale prevede l’aumento della crescita economica della Polonia per l’anno 2016 a livello del 3,5 %, ossia allo stesso del 2015. Il tasso di disoccupazione in Polonia è al 7,2%, l’inflazione all’1%. A confronto gli indici di crescita nei paesi della zona euro, secondo le stime del FMI si attestano all’1,6%. Mentre per gli USA il dato è del – 2,8%.

 

L’Economia mondiale

Secondo gli esperti del FMI nel 2016 vi sarà un rallentamento dell’economia cinese che crescerà del 6,3%. Come principali rischi per la stabilità del mercato si indicano il ribasso dei prezzi del petrolio e delle altre materie prime, il previsto rallentamento della Cina, variazioni deleterie degli attivi, l’aumento della variabilità sui mercati, anche un ulteriore rafforzamento del dollaro come anche l’aumento delle tensioni geopolitiche in Ucraina, Medio Oriente ed in parte del Continente Africano, il che potrebbe avere rilevanti ripercussioni sociali.

La crescita a livello mondiale sarà del 3,6%. Nella zona euro si prevede una crescita a bassissimo livello, e si potrebbe registrare una leggera ripresa grazie ai bassi prezzi del petrolio e al deprezzamento dell’euro.

 

Quale la posizione dell’OCSE relativamente alla Polonia?

Miglioramento sul mercato del lavoro, aumento degli stipendi, incremento dell’inflazione ed il PIL più basso perché valutato a livello del 3,4% – così l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico,  nel suo report di novembre 2015 valuta la situazione. La crescita viene supportata da una buona dinamica degli investimenti e dei consumi stimolati da investimenti strutturali finanziati dai Fondi Europei. Un piccolo rallentamento sarà dovuto a modifiche delle prospettive di budget dell’Unione Europea.

L’OCSE prevede l’aumento dei tassi di cambio della NBP (Banca Nazionale Polacca) per la fine del 2016. Ciò dovrebbe normalizzare la politica monetaria, anche se si consiglia maggiore cautela al fine di mantenere la stabilità dei flussi di capitale abbinata, al contempo, ad una politica monetaria piuttosto moderata nella zona euro.   

Il deficit delle finanze pubbliche nel 2016 dovrebbe raggiungere il 2,8%, e quindi allo stesso livello del 2015 seguito poi nel 2017 da un abbassamento a livello del 2,4% del PIL.  Si consiglia di limitare la spesa pubblica, in modo che con un inflazione bassa e crescita debole dei redditi si possa mantenere comunque una riduzione del deficit. Uno dei modi potrebbe essere rinviare nel tempo il ripristino delle aliquote IVA, inizialmente previsto per il 2017 combinandolo a misure finalizzate ad aumentare l’efficacia della riscossione delle imposte.  

 

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