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Controllato il cibo in Polonia – troppa chimica e uso di doppi standard nell’UE

Gli ultimi report del NIK (Ente di Controllo Supremo) e dell’UKOiK dedicati alla qualità dei prodotti alimentari disponibili sul mercato polacco non lasciano illusioni sulla necessità di monitorare da vicino i prodotti che acquistiamo e consumiamo.

Risulta tra l’altro che ogni anno consumiamo insieme agli alimenti circa 2 kg di sostanze aggiuntive. Hanno avuto inoltre conferma le teorie, secondo cui, molti prodotti, venduti dalle multinazionali del settore sul mercato polacco, presentavano una qualità più scadente rispetto ai loro omologhi offerti in altri paesi dell’Europa occidentale.
Il fenomeno del “doppio standard qualitativo” presente sui mercati dell’Unione Europea riguarda non solo la Polonia, ma anche paesi come la Croazia, la Bulgaria, la Slovacchia, l’Ungheria e la Lituania.
La scala delle differenze viene evidenziata dai molteplici test di laboratorio su 101 prodotti, tra cui differenze significative di qualità sono state rilevate su 12. La ricerca dell’UOKiK è stata condotta in collaborazione con l’Ispettorato del Commercio su dei prodotti alimentari acquistati nei supermercati polacchi e tedeschi. Le anomalie riguardavano, tra l’altro la presenza dell’olio di palma, degli esaltatori di sapidità, del minor contenuto di ingredienti.

Dove finisce il cibo e inizia la chimica?

Il NIK nel suo rapporto sottolinea che circa il 70 percento della dieta alimentare del consumatore medio è costituita da cibo trasformato in condizioni industriali, contenenti sostanze aggiuntive. Attualmente, i regolamenti consentono l’uso di oltre 330 additivi, tra cui conservanti, coloranti, esaltatori di sapidità, antiossidanti, emulsionanti e stabilizzanti. Il consumatore medio consuma circa 2 kg di sostanze aggiuntive all’anno. Il loro compito è impedire il deterioramento del gusto, colore, odore, prolungando la durata di conservazione dei prodotti. Malgrado la Polonia attui correttamente le procedure dell’UE e la legge in questo settore sia unificata, la responsabilità per il controllo dei prodotti è dispersa e le rispettive istituzioni non sempre operano in modo compatibile.

Il fatto confortante è che sta avvenendo un grande cambiamento nell’atteggiamento dei consumatori polacchi che iniziano nelle loro decisioni di acquisto a dare più peso non solamente al prezzo dell’articolo ma anche alla qualità. Quasi la metà dei polacchi intervistati dall’UOKiK dichiara di voler pagare di più pur di avere un prodotto di migliore qualità. Tale consapevolezza cresce con i guadagni di queste persone.

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