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Cambiamenti nella catena di approvvigionamento globale. La Polonia ci guadagnerà a scapito della Cina?

supply chain Polonia

Gli analisti del PIE (Istituto economico polacco) prevedono che la Polonia trarrà beneficio dal trasferimento di parte della produzione dalla Cina a causa della crescita vertiginosa del costo del lavoro nel paese asiatico. In tale circostanza, il valore aggiunto generato in Polonia potrebbe aumentare fino a 8,3 miliardi di dollari all’anno. Come indicato nel settimanale economico “Tygodnik Gospodarczy PIE” il reshoring e il decoupling stanno diventando fenomeni che accompagnano l’attuale situazione economica globale.

Decoupling” significa ridurre l’interdipendenza tra le economie occidentali e l’economia cinese, mentre ‟reshoring” significa il processo di trasferimento della produzione dalla Cina all’occidente. Anche se non sono il risultato diretto della pandemia di coronavirus, queste attività si sono di conseguenza intensificate e hanno motivato molti governi a sostenere finanziariamente gli sforzi delle aziende che stanno trasferendo la produzione dalla Cina. Finora, l’importo più elevato, pari a 2,2 miliardi di dollari, per le società che ritirano la produzione dalla Cina, è stato stanziato dal governo giapponese.

Dietro alle decisioni economiche ci sono anche argomenti riguardanti la sicurezza della catena di approvvigionamento e una diminuzione della fiducia in Cina in relazione all’occultamento e alla falsificazione di informazioni sull’origine del COVID-19.
Gli esperti dell’istituto PIE hanno identificato tre scenari, in relazione al trasferimento della produzione fuori dalla Cina. Nel primo di questi, la situazione volge a favore dell’India e dei paesi del sud-est asiatico. Nel secondo, a trarne beneficio sono le economie nazionali dei paesi che mantengono un atteggiamento di patriottismo economico ritornando sul proprio territorio.
Infine, nel terzo scenario, i paesi dell’UE scelgono di produrre nei “nuovi Stati membri” come Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria. Gli analisti stimano che la scelta ottimale sarebbe quella di ridurre la produzione proveniente dalla Cina del 20%, sostituendola per un 10% con la produzione interna e per un altro 10% con la produzione derivante dai paesi dell’Europa centrale.
Se e quanto, la Polonia guadagnerà da questo nuovo stato di cose, dipenderà dalla sua competitività rispetto agli altri paesi dell’area. Un fattore importante sarà il potenziale di sviluppo e la situazione nei settori di particolare importanza strategica, quali le industrie elettroniche e ottiche, elettriche, automobilistiche e farmaceutiche.

Secondo l’istituto PIE, il vantaggio polacco è influenzato da: una valutazione positiva della rete di fornitori in Polonia, il miglioramento delle condizioni dell’infrastruttura, dimensioni e condizioni dell’economia, l’appartenenza all’UE e la qualità della forza lavoro. Tuttavia, la disponibilità limitata di quadri altamente qualificati e l’aumento del costo del lavoro possono rivelarsi ostacoli significativi nel processo.

Clicca per un report intero in inglese

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