COVID 19

Le aziende nella nuova normalità. Tre domande a Marco Gambini, CEO di Zannini Poland

I mesi successivi alla minaccia del coronavirus dimostrano che a prevalere sarà chi è in grado di adattarsi alla nuova realtà senza aspettare il ritorno del “vecchio mondo”.  Il mantenimento della produzione, la protezione delle risorse umane e la preparazione per gli investimenti futuri richiedono strategie e piani basati sulla logica e l’ottimizzazione del funzionamento della fabbrica. In questa rubrica, condividiamo buone pratiche e avviamo un dialogo che ci aiuterà a sviluppare gli standard nel quadro della “nuova normalità”.

 Chiediamo a Marco Gambini, amministratore delegato di Zannini Poland, quali misure sono state prese nella sua azienda per fronteggiare la pandemia.

Quale strategia hai utilizzato per proteggere il personale e la produzione?

Marco Gambini: Il covid è per tutti noi una situazione nuova, imprevista e di complicata gestione se si vogliono mantenere gli standard produttivi presenti pre-pandemia.
Sin dall’inizio dell’epidemia abbiamo subito intuito che il tracciamento dei casi sarebbe stata la chiave per evitare lo spargersi dell’infezione  all’interno dell’azienda, portato la struttura a bloccarsi per mancanza di personale, per cui adottare una pratica di contenimento avrebbe fatto la differenza. Le prime misure applicate sono state quelle semplici e basilari per la protezione delle persone, distanziamento e, quando possibile, smart working.
Per la produzione abbiamo fornito a tutti dispositivi di sicurezza primari e rimarcato, con speciali meeting svolti in spazi aperti e con distanziamento sociale, quali sono i rischi e come le persone si sarebbero dovute comportare. Inoltre sono state introdotte misure di turnazione degli spazi comuni come mense e spogliatoi e introdotto l’impiego di disinfettanti ed igienizzanti per le mani.
Nella seconda ondata nel mese di ottobre e novembre, quando siamo stati maggiormente colpiti, sono stati applicati i protocolli consigliati dalle autorità sanitarie, quali l’isolamento dei positivi, la quarantena per chi è stato sia per chi è stato a stretto contatto che per i familiari dei positivi che lavorano all’interno dell’azienda. In particolare abbiamo proceduto settimanalmente, dalla metà mese di ottobre, ad una disinfezione dei locali produttivi, sociali e degli uffici, impiegando aziende specializzate in modo da evitare il contagio per contatto.
Grazie alla prontezza di reazione delle Zannini spa, siamo stati in grado di avere ad inizio novembre un numero elevato di tamponi rapidi antigenici. I test venivano effettuati in azienda, secondo nostra richiesta, da un’infermiera specializzata ed adibito un locale accessibile soltanto da un’entrata diversa e divisa da quella del normale personale e in orari in cui nessuno negli uffici fosse presente. Il tutto per evitare qualsiasi contatto con il personale al lavoro
Procedendo al test di tutte le persone dello stesso turno siamo stati in grado di fare un tracciamento evitando nuovi contagi.
Abbiamo inserito anche il controllo del test al ritorno dalla quarantena o positività con conseguente ulteriore isolamento di casi non ancora negativizzati dopo tale periodo.
Questo ultimo fattore è stato molto importante considerando che i primi casi di Covid all’interno dell’azienda sono arrivati da persone post quarantena che hanno sviluppato sintomi dopo essere tornati dai 10 gg raccomandati dalle autorità sanitarie.
Tutto questo ha permesso di arrivare oggi, a circa un mese dall’inizio delle attività, a nessun nuovo positivo durante la settimana attuale.
Ovviamente tutti questi interventi sono stati contenitivi e preventivi con ottimi risultati sul campo; garantendo la continuità produttiva necessaria in un momento dove, gli ordini, sono saliti a livello del 2019.

In Polonia abbiamo affrontato diverse sfide in quanto, mentre in tutta Europa le aziende chiudevano per il Covid, noi abbiamo continuato a lavorare, inventandoci a volte il lavoro. Ci siamo contratti riducendo i costi al minimo, nonché gli stipendi e sostenendo comunque una certa domanda interna di produzione anche accumulando magazzino e grazie all’aiuto del Gruppo Bosetti, utilizzando gli ammortizzatori sociali previsti dal governo polacco a sostegno dell’occupazione.
Tutto questo con la speranza di ripartire più in fretta non appena ce ne fosse stata la possibilità. E così è stato! La prevenzione e il metodo di affrontare la crisi ci ha permesso di reagire repentinamente al rapido aumento della domanda registrata dalla metà di settembre, dove paradossalmente rispetto al resto di Europa in Polonia si sono registrati più casi, permettendoci di aumentare i fatturati e mantenere una produzione costante senza sofferenza.
Pur mantenendoci sempre all’erta e in particolar modo adesso con l’avvicinarsi del Natale, siamo soddisfatti che il sistema azienda ha retto bene e la produzione è potuta continuare senza intoppi. Prevediamo di mantenere questo metodo fino a che ci sarà la possibilità alla vaccinazione di tutto il personale.

Certamente, avevi pianificato azioni prima dello scoppio della pandemia. Come li ha verificati la pandemia e come vorresti che si sviluppassero in queste particolari circostanze?

Con il forte calo di mercato avuto nei mesi di Aprile e Maggio i piani di sviluppo sono stati congelati per qualche mese. Con il ritorno degli ordini a livello pre-pandemia a partire dal mese di settembre abbiamo potuto riprendere i piani di sviluppo, seppur con le difficoltà legate all’assenza di spostamenti e di reperimento del personale.
Stiamo completando la nuova ala produttiva ed abbiamo inserito nuove macchine per soddisfare le crescenti richieste, automotive e non, dei nostri clienti.
Abbiamo notato che è stato dato ampio slancio da parte dei clienti a tutti i progetti che sarebbero dovuti crescere nel 2021, cercando di anticipare tutti i prodotti più innovativi a discapito di progetti in via di conclusione che in alcuni casi sono terminati prima del previsto.

E’ difficile prevedere cosa accadrà nel 2021. I segnali che abbiamo in questo momento parlano di un mercato in ripresa che però si attesterà a circa un -10/20% rispetto alle quote del 2019.
In un paese in evoluzione costante come la Polonia i piani di sviluppo restano per il momento invariati, cercando di slittare gli investimenti in base alle reali esigenze e in modo da non compromettere la liquidità che risulta in momenti di crisi cruciale per tenere viva l’azienda.

Vogliamo tutti buone notizie e attendiamo con impazienza la fine della crisi. Tuttavia, quanto realisticamente vedi il futuro del settore?

La sensazione è che le grandi case automobilistiche stiano cercando di recuperare, almeno in parte, il valore non prodotto nei mesi di lockdown severo, anche a discapito di piccole quote del 2021.
Cercando quindi di puntare alla ripresa che ci avrà con l’introduzione del vaccino che in questo momento genera speranza nei consumatori e nei produttori.
E’ uno scenario di difficile previsione in quanto siamo tutti consapevoli che un peggioramento della pandemia prima del vaccino potrebbe portare ulteriori lockdown e quindi ulteriori cali della domanda.
La Polonia, da quanto si apprende dalla stampa, sarà una di quelle nazioni che subirà in maniera minore il calo del PIL a livello europeo e questo è per noi un’ulteriore opportunità da utilizzare per restare aggrappati alla ripresa e fare da traino, quando possibile, anche alle consociate.

Grazie per l’intervista.

Puoi leggere di più sul Gruppo Zannini e sui progetti finanziati dall’UE in questo articolo

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