La Polonia si è attestata al settimo posto nella classifica dei migliori luoghi di produzione al mondo. Il rapporto sull’Indice di rischio manifatturiero (“Manufacturing Risk Index”) è stato sviluppato dalla società di consulenza internazionale Cushman & Wakefield prendendo in considerazione le aree di Nord e Sud America, EMEA, Asia e Pacifico sulla base di 20 variabili. I primi posti su 48 località analizzate sono stati conquistati da: Cina, Stati Uniti, Taiwan, India e Canada.
Gli analisti hanno elaborato 3 classifiche sulla base di condizioni commerciali, rischi e costi. La Polonia, con la sua settima posizione, si è trovata insieme a Repubblica ceca (6), Lituania (9) e Ungheria (10) ai primi posti della classifica di base per quanto riguarda i paesi europei. Come prevedibile, la Cina ha primeggiato nella classifica dei costi, mentre Lituania (8) e Romania (9) si sono piazzate tra le prime dieci come uniche rappresentanti di paesi al di fuori dell’Asia. Nella classifica che analizza il rischio geopolitico, troviamo gli Stati Uniti in testa, mentre la Cina è arrivata quinta. In questo caso, i fattori più importanti che hanno determinato l’attrattiva sono stati gli investimenti in infrastrutture, la disponibilità di una forza lavoro qualificata, gli incentivi agli investimenti statali e gli investimenti nell’innovazione supportati da un’istruzione tecnica specializzata.
Gli esperti della società di consulenza sottolineano l’importanza della Brexit, che ridefinirà le linee di produzione regionali e i flussi nazionali e internazionali di merci. Individuano nel protezionismo e nel nazionalismo una minaccia alle catene di approvvigionamento globali e regionali. Robert Hall, direttore di Cushman & Wakefield della logistica e degli immobili industriali nella regione EMEA, afferma: – “Avranno successo i paesi che investono in piattaforme che facilitano la consegna delle merci alle linee di produzione e la loro ricezione. In Cina, catene di approvvigionamento efficaci sono il risultato di importanti investimenti in infrastrutture e trasporti multimodali, compresi i progetti di infrastrutture ferroviarie e marittime nell’ambito della Nuova via della seta, nonché altri incentivi. Questi fattori compensano le preoccupazioni relative alla protezione della proprietà intellettuale”.
I dati per la compilazione del rapporto provengono dagli studi di Banca mondiale, Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) e Oxford Economics.
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