LEGISLAZIONE

Cancellazione di società indebitata dal registro giudiziario

wykreślenie spółki z rejestru sądowego

Le prescrizioni di legge non condizionano la cancellazione dal registro giudiziario di una società di capitale dal fatto di aver o meno pagato tutti i suoi debiti. La dottrina e giurisprudenza, ammette in particolari situazioni una tale possibilità.

Queste situazioni includono tra l’altro il caso in cui una società in liquidazione non svolge alcuna  attività d’affari, non è in grado di agire e non possiede patrimonio. E in queste condizioni è irragionevole supporre che ci sia una reale opportunità di soddisfare i creditori, e di conseguenza, non è necessario il mantenimento dell’esistenza legale della società, e tali soggetti dovrebbero essere eliminati dalla vita pubblica.
Il procedimento liquidatorio nei confronti di persone giuridiche ha per obiettivo non solamente il soddisfacimento dei creditori, ma anche l’eliminazione dagli scambi commerciali di persone giuridiche non più in grado di funzionare all’interno degli stessi. Come afferma nelle sue sentenze, la Corte Suprema: “il mancato soddisfacimento dei creditori e la mancata assicurazione dei loro crediti non costituisce ostacolo alla liquidazione della società e la cancellazione della stessa dal registro” e inoltre “il mantenimento di soggetti inoperativi negli scambi commerciali è ingiustificato e inoltre potrebbe essere fuorviante per gli altri soggetti partecipanti al mercato.”

Pertanto non si possono considerare le azioni del liquidatore elencate nel Codice delle imprese commerciali (ovvero la chiusura degli affari correnti della società, il recupero delle quote dovute, l’adempimento degli obblighi e la monetizzazione del patrimonio della società, mettendo successivamente a disposizione degli azionisti del surplus rimasto) come requisiti che devono essere cumulativamente soddisfatti affinché si possa considerare completata e chiusa la liquidazione. “Il rigetto della domanda di cancellazione della società dal registro delle imprese motivato dal fatto che non tutti i creditori siano stati soddisfatti comporterebbe in pratica l’accettazione dell’esistenza di un soggetto economico “morto”. Non vi è alcuna possibilità legale di costringere la società a intraprendere l’attività economica, il che sarebbe tra l’altro in contraddizione col principio della libertà di condurre detta attività. Di conseguenza, questo porta a soluzioni che difficilmente possiamo considerare razionali, in quanto si manterrebbe uno stato in cui non v’è una società che non gestisce alcuna attività imprenditoriale e al contempo non vi sono reali possibilità di soddisfare i suoi creditori. E una tale soluzione non può essere accettata “(sì – decisione dell’8 gennaio 2002, CKN 752/99).

Inoltre, nella sentenza del 5 novembre 2008 (rif.to atti I CSK 204/08), la Corte Suprema ha chiarito: “nel momento della definitiva cancellazione di una società a responsabilità limitata – in base all’art. 272 k.s.h. (codice di società commerciali) dal registro giudiziario, essa perde la sua personalità giuridica e quindi la sua capacità giuridica. Da quel momento, questa società non può essere soggetto di diritti o doveri, compresi quelli derivanti dal rapporto di reciproca obbligatorietà.

Pertanto, al momento della cancellazione definitiva dal registro giudiziario della società cessa l’esistenza dei diritti e doveri che spettano alla società derivante dai rapporti contrattuali con la partecipazione della stessa società. L’assunzione che, nonostante la cancellazione di una società a responsabilità limitata dal registro giudiziario, esistano comunque degli obblighi della società mina il principio che la cancellazione della società dal Registro Giudiziario Nazionale abbia carattere costitutivo “.
Ciò non significa, tuttavia, che i creditori siano privati ​​di tutele. La cancellazione della società dal registro giudiziario non esclude la possibilità di rivendicare gli oneri direttamente presso i rispettivi membri del consiglio d’amministrazione della società cancellata. Questo è possibile sulla base dell’art. 299 K.s.h.(c.s.c.) o sulla base delle prescrizioni inerenti la responsabilità per danni contenute nel codice civile.

Autore: Jacek Wilczewski, consulente legale

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